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12/3/2018

Pasta e cavallette? Perché no?

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di Elio Palumbieri
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Foto: www.felicitapubblica.it
Ciao, sono Elio Palumbieri, avvocato praticante specializzato in diritto alimentare e, soprattutto, curioso alimentare.
Ho parlato spesso, su blog e riviste online, di insetti commestibili per due motivi: l’interesse dal punto di vista giuridico e quello “extra-giuridico”.
Prima di parlare di questi due elementi, però, voglio chiarire una cosa: non c’è e non ci sarà concorrenza tra un buon piatto di carbonara e gli insetti edibili. Nessuno vuole privarci delle nostre tradizioni, non esiste una Europa senza scrupoli che vuole imporci gli insetti a tavola a discapito della buona e vecchia tradizione culinaria italiana e, soprattutto, non c’è una faida tra chi ama la tradizione e chi cerca contaminazioni.
Gli insetti, infatti, costituiscono una opportunità in più per chi vuole variare la propria dieta e ritiene questo alimento una valida alternativa. In sostanza: insetti e carbonara non sono nemici. Questa è una precisazione che, ai più, sembrerà superflua eppure, credetemi, deriva dalla enorme quantità di commenti di questo tenore che ricevo ogni volta che tocco l’argomento insetti edibili.
Fatta questa, ahimè, doverosa premessa, torno ai miei buoni motivi per parlare di insetti edibili, partendo da quello extra-giuridico.
La domanda che mi viene spesso fatta è: li hai provati?
La risposta è sì. 21bites, infatti, è stata così gentile da farmi assaggiare alcuni dei suoi prodotti. Li ho fatti anche provare ad altri e, devo dire, specie i prodotti “trasformati” a base di farina di insetto, sono stati particolarmente apprezzati. Persino qualche scettico ha capito che non è necessario mangiare insetti interi ma è anche possibile utilizzarli in altre forme per piatti più tradizionali e vicini alla nostra cultura. E ha gradito.
Il fatto di averli assaggiati, tuttavia, non è l’unico motivo extra-giuridico che mi spinge a parlarne.
Infatti, pur non ritenendomi un nazi-ambientalista, sono fermamente convinto dell’importanza del tema. Ebbene, sotto questo punto di vista non si può non evidenziare la necessità di ricercare delle forme di alimentazione alternative a quella tradizionale e maggiormente sostenibili. Non è questa la sede per discutere dei problemi legati all’ambiente ma è, invece, importante evidenziare, anche qui, i vantaggi che gli insetti possono offrire. Questi, infatti, possono convertire 2kg di cibo in 1kg di peso corporeo. Questo dato, definito come efficienza di conversione nutrizionale, è decisamente superiore rispetto, ad esempio, alla carne di manzo. Ciò significa che gli insetti necessitano di meno acqua e meno cibo. In aggiunta a questo, gli allevamenti di insetti emettono meno gas serra con 1g su 1kg di peso rispetto ai 1300 grammi per kg di peso dei suini e ai 2850 dei bovini.
A fronte di questi vantaggi dal punto di vista ambientale, gli insetti costituiscono anche una fonte di cibo nutriente: fornendo proteine, amminoacidi, micronutrienti e fibre.
Come ho detto, però, non ci sono solo motivazioni extra-giuridiche. Il mio interesse nasce anche – e soprattutto – dalle norme. Il mondo dei novel foods, infatti, mi ha sempre affascinato ed è stato uno dei primi che ho messo sotto la lente di ingrandimento.
Sì, giuridicamente, gli insetti commestibili rientrano tra quelli che vendono definiti “novel foods” o “nuovi alimenti”. In questa categoria rientra qualsiasi alimento che non sia stato consumato in modo significativo prima del maggio 1997.
Ebbene, individuata l’esatta classificazione, occorre evidenziare che anche i novel foods trovano una precisa regolamentazione volta ad assicurarne il commercio e la produzione in sicurezza. Tali norme affidano alle EFSA (l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) il ruolo di garante. Questa, infatti, svolge una valutazione scientifica del rischio basandosi sui fascicoli forniti alla Commissione Europea dai richiedenti. Tali fascicoli devono contenere una serie di informazione tra cui: descrizione del processo produttivo dell’alimento, usi proposti, livelli di utilizzo e caratteristiche nutrizionali, tossicologiche, allergeniche e di composizione dell’alimento.

Dunque un iter che, quando sarà completato, garantirà la sicurezza anche di questo novel food…senza inutili guerre da social network.

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