La Corte di Giustizia ha deciso: "il servizio Uber non è soltanto un servizio d’intermediazione” Ormai in moltissimi utilizzano o hanno utilizzato il servizio Uber. In ogni caso, per chi non lo conoscesse ancora, è meglio precisare che questo si occupa di mettere in contatto i clienti con conducenti non professionisti. Ebbene, la Corte di Giustizia UE, interpellata da un giudice spagnolo a seguito di un ricorso proposto dell’associazione di conducenti di taxi denominata “Taxi Elite” di Barcellona, ha ritenuto che, nel caso di Uber, non trovino applicazioni né la libera prestazione dei servizi nell'Ue e neppure la direttiva sul commercio elettronico, che avrebbero svincolato il colosso americano dalla regolamentazione nazionale sui trasporti. In particolare, la Corte ha stabilito che tale servizio “non è soltanto un servizio d’intermediazione” ma “rientra nell’ambito dei servizi nel settore dei trasporti” e “gli Stati membri possono di conseguenza disciplinarne le condizioni di prestazione”. I conducenti, in particolare, accusavano Uber di “pratiche ingannevoli e atti di concorrenza sleale”.
Ebbene, con la sentenza in commento, la Corte ha evidenziato che “un servizio d’intermediazione, avente ad oggetto la messa in contatto, mediante un’applicazione per smartphone e dietro retribuzione, di conducenti non professionisti utilizzatori del proprio veicolo con persone che desiderano effettuare uno spostamento nell’area urbana, deve essere considerato indissolubilmente legato a un servizio di trasporto e rientrante, pertanto, nella qualificazione di ‘servizio nel settore dei trasporti’, ai sensi del diritto dell’Unione”. La Corte ha concluso che, sulla base del riparto delle competenze tra Unione Europea e Stati membri, spetta a questi disciplinare le condizioni di prestazione di siffatti servizi nel rispetto delle norme generali del trattato sul funzionamento dell’Unione europea. Sul punto è intervenuta anche la Food and Drug Administration statunitense Più o meno tutti sanno che la maionese è una salsa e che i suoi ingredienti sono tuorlo d’uovo, aceto e olio. Ebbene, può esisterne una versione vegana? La Food and Drug Administration è intervenuta sul punto imponendo alla startup Hampton Creek di eliminare ogni riferimento alla salsa dal prodotto commercializzato come “Just Mayo”. In particolare, la FDA ha comunicato, in una nota inviata all’azienda, che “secondo gli standard di identificazione della maionese, l’uovo è un ingrediente necessario. Stando alle informazioni riportate sull’etichetta, il prodotto in questione non contiene uova. Abbiamo inoltre notato che la Just Mayo contiene ingredienti addizionali che non sono consentiti dalla ricetta standard, come amido modificato, proteine di piselli e beta-carotene usato per simulare il colore della salsa con uova. Si evince, dunque, che il prodotto non è conforme con gli standard della maionese”. Dopo la decisione della Corte di Giustizia già analizzata qui, dunque, anche la FDA statunitense si è pronunciata: i prodotti vegani simili a quelli tradizionali ma privi di ingredienti fondamentali e tradizionalmente presenti non possono riportare, in alcun modo, riferimenti all’alimento originale.
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April 2022
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