La riforma UE sul biologico pone non pochi problemi. E l’Italia vota contro Non è tutto biologico quello che luccica4/30/2018
0 Commenti La riforma UE sul biologico pone non pochi problemi. E l’Italia vota contro di Elio Palumbieri In apertura di questo post potrebbe essere utile un disclaimer: non esprimerò un opinione sul biologico. La mia idea è la seguente: il bio, giusto o sbagliato che sia, dev’essere per il consumatore una certezza e non mi pare che la riforma vada in questa direzione. Su questo sì, proverò a dire la mia. Procediamo, quindi, per gradi. Dopo quattro anni di negoziati il Parlamento europeo ha approvato il testo di riforma delle regole dell’agricoltura bio con 466 voti a favore, 124 contrari e 50 assenti. Ora il Consiglio UE dovrà formalmente approvare la riforma che entrerà in vigore dal 1 gennaio 2021. I contenuti della riforma Il testo, che mira a garantire che solo i prodotti biologici di qualità siano importati nell’Unione europea, prevede una serie di modifiche all’attuale assetto normativo. In particolare:
Alle disposizioni appena menzionate, tuttavia, si contrappongono numerose deroghe. Le principali sono le seguenti:
Il nostro Paese è, da sempre, tra i maggiori sostenitori di una politica del biologico più severa. In particolare, infatti, del testo di riforma non è piaciuta la possibilità per paesi come l’Italia, di imporre regole più severe abbinata al divieto di impedire la commercializzazione nel proprio mercato di prodotti di altri Paesi europei che hanno deciso di non irrigidire regole e disposizioni. Insomma, i prodotti biologici prodotti in Italia potranno anche essere particolarmente salubri ma nei nostri supermercati troveremo prodotti provenienti da altri paesi la cui produzione è sottoposta a regole meno stringenti. |
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April 2022
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