Dalla decadenza al recupero dell’esclusività Ormai il caso Supreme non è neppure più un “caso”. Tutti lo conoscono e molti tentano di imitarlo. Ma, con un’analisi corretta, si può evidenziare un elemento di evoluzione fondamentale del settore.
Fino a pochi anni fa, infatti, sembrava che tutti i machi più famosi stessero conducendo una gara a…nascondere il proprio logo. E, in effetti, il mercato richiedeva questo. Basti pensare al calo di Gucci nel 2014, quando proprio la onnipresenza del logo causò non pochi problemi al brand. Ma adesso le cose stanno cambiando ed è proprio questa la chiave di lettura da evidenziare nel caso Supreme. Il brand, infatti, ci ha insegnato come rendere un logo esclusivo e Balenciaga e Oscar de la Renta non fanno che seguire l’esempio insieme a brand più consumer-friendly come Levi Strauss & Co. con le magliette "batwing". La tutela del brand, però, passa sempre da una corretta e ampia registrazione. Le imitazioni e i falsi sono sempre dietro l’angolo. Lo sa bene Diesel che, recentemente, ha persino pensato di cavalcare l’onda del fake con una capsule collection “Deisel” venduta a New York in Canal Street, una delle “vie dei falsi” maggiormente note in città. |
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April 2022
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